Non solo coronavirus, parliamo di inquinamento e di sbarchi


Due osservazioni su argomenti oggi non di stretta attualità: non parlerò di virus o di crisi economica, bensì di inquinamento e immigrazione irregolare.

Fra le poche notizie che non riguardano il coronavirus mi ha colpito sentire che l’inquinamento atmosferico, nonostante il blocco quasi totale della circolazione automobilistica, non è affatto calato, anzi in val Padana è aumentato.

Le cause non sono nuove e sono ben conosciute, ma se ne parla poco, attribuendo la colpa dell’inquinamento perlopiù ai mezzi di locomozione.

La prima causa è la scarsa circolazione ventosa e la scarsità di pioggia; la pioggia e, soprattutto, il vento, disperdono ed eliminano le sostanze inquinanti. Ecco perché nelle città di mare o a Roma, dove il vento è più frequente, c’è meno inquinamento.

L’altra causa è l’aumento dei consumi legati al riscaldamento degli appartamenti: la primavera freddina e il fatto che siamo chiusi in casa spingono le famiglie a riscaldare di più e per più tempo le case.

Sul vento c’è poco da fare, sul riscaldamento magari un po’ di più.

Chiedo troppo pensando che, passata l’emergenza attuale, le autorità locali rivedano in senso realistico le disposizioni in materia di lotta all’inquinamento? Giusto limitare i danni che procurano le automobili e i mezzi di locomozione, più giusto intervenire dove realmente si genera il danno.

Parliamo di sbarchi di immigrati irregolari o clandestini che dir si voglia.

Pare che non ce ne siano più o che siano pochissimi. E che fine hanno fatto le tanto famose ONG?

Cosa è successo? I migranti hanno paura di venire in Italia e di essere contagiati? Non scherziamo, anche perché quei pochi che sono arrivati all’inizio dell’emergenza sono stati messi in quarantena per la loro e altrui sicurezza, come tutte le persone arrivate dall’estero.

E’ evidente che con accordi o con pattugliamenti si sono impedite o limitate le partenze dall’Africa. In un telegiornale di qualche giorno fa mi è sembrato di sentire il ministro Di Maio parlare di “blocco degli sbarchi”.

Ma se è stato fatto vuol dire che si poteva fare e che si potrà fare in futuro.

Chiedo troppo pensando che il governo italiano, forte di questa esperienza, possa rivedere la disastrosa politica migratoria e organizzarla in modo da non lasciarla tutta nelle mani dei trafficanti di esseri umani?


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